sabato 8 marzo 2014

L'8 MARZO E' PER LA DONNA? MEGLIO UNA FESTA DEL RISPETTO RECIPROCO!

Oggi la festa della donna! La parola “festa” evoca una ricorrenza piacevole, qualcosa di gradevole. Anni fa, quando tante donne trovarono la morte in una squallida fabbrica non fu certo l’8 marzo giorno di festa ma di lutto. Ho sempre pensato, sin da piccolina, all’otto marzo come un giorno in cui si aprivano le gabbie. Magari in maniera irrispettosa verso le altre donne, donne come me, simili per certi aspetti eppure diverse! Donne, che sovente, così mi è capitato, invece che essere solidali fra loro si avvertono e si sentono rivali...in tutto, come mai succede agli uomini. E mi sono chiesta: ma cosa c’è da festeggiare?  Il riscatto del genere femminile da qualcosa di indefinito, che io non riesco a comprendere? L’affrancamento dall’inferiorità nei confronti dell’uomo? Oppure si tratta semplicemente di alleggerire uno status che ha marchiato le donne come “sesso debole”, e che nel tempo, si è risolto in un business alla stregua di San valentino? Ma poi, alla fine, è proprio vero? Le lotte sono state combattute con tenacia da donne, che hanno subìto anche torture, pur di far valere e vedere realizzati gli ideali in cui credevano e finalmente prendere le distanze dalla radicata, nei secoli dei secoli, cultura del padre-padrone. 
Foto di Alessandro Barcella"  juzaphoto.com/galleria.php?l
E che certo non possono affatto essere marchiate come “sesso debole”. Oggi, grazie alle lotte combattute nel passato dalle nostre sorelle, la strada è in discesa. Non si vive certo di rendita perché c’è sempre una nuova battaglia da combattere, ma è pur vero che non si deve fare di tutta un’erba un fascio perché esistono uomini buoni e di una dolcezza infinita e donne di un’aridità peggiore dell’uomo padre-padrone, che aveva potere di vita e di morte, egoista e insensibile. All’epoca, la donna doveva combattere per ottenere i diritti civili, il diritto al voto, al lavoro, ad una parità sostanziale con l’uomo, oggi la donna non è diversa dall’uomo. Oggi ogni donna, licenziata perché in dolce attesa, molestata dal superiore, trova il suo alter ego in uomo altrettanto bistrattato dal suo superiore. E pari pari ciò che succede sul lavoro, succede nell’ambito dei sentimenti. Penso, nella migliore delle ipotesi, alla donna tradita dal suo uomo, che sia la moglie o l’amante, all’uomo tradito dalla sua donna, ai tanti campanelli d’allarme non sentiti, o che non si è voluto sentire per cambiare il corso delle cose. Penso alle tante donne maltrattate, e in alcuni casi uccise perché la legge non tutela come dovrebbe, penso agli uomini egualmente maltrattati, casi non eclatanti a cui non si da rilievo come ai femminicidi, ma che esistono. Ma forse la soluzione sta nell’instaurare un rapporto, basato sul rispetto, sull’affetto e sulla stima reciproca. E allora? E allora, forse, la risposta è nella vita... che è bella perché è varia, ed è varia perché offre l’occasione che consente di scegliere, scegliere quello che fa per noi, caricandoci tutta la responsabilità e le conseguenze delle scelte fatte, guardandoci allo specchio senza raccontarci bugie. Forse bisognerebbe individuare una festa del rispetto reciproco fra tutti, uomini e donne indistintamente.
DI STEFANIA SIMEONE