mercoledì 23 aprile 2014

TRIVELLIamo TARANTO? NO GRAZIE!

Nell’ambito del “Progetto per Taranto”, portato tenacemente avanti da Taranto Respira, con lo scopo di realizzare una nuova economia e la rigenerazione urbana e ambientale della città, è stata organizzata Il prossimo 28 aprile presso l’Aula Magna dell’istituto “Righi”alle ore 17,30 la Conferenza “Le trivellazioni ed effetto sull’ambiente e sulla salute umana”, in cui una relatrice d’eccezione, Maria Rita D’Orsogna, illustrerà gli effetti delle trivellazioni sulle falde acquifere, sull’atmosfera, sulla salute umana e animale sulla sismicità e sulla subsidenza indotta.
La ricercatrice d’oltreoceano, ma italianissima, la ricordiamo tutti qui a Taranto. Hanno colpito dritto al cuore le parole pronunciate dalla “pasionaria del petrolio” rivolte all’indirizzo dell’allora ministro Corrado Passera nella lettera aperta “scarabocchiata”quel lontano 28 agosto 2012 dalla lontana California.
Maria Rita D’Orsogna, si è scagliata contro i “folli deliri” di petrolizzazione, di trivellamenti in lungo e in largo del territorio italiano del Ministro, l’eletto da nessuno (ormai una moda), ignaro, o ben consapevole e indifferente, delle conseguenze disastrose dei suoi farneticamenti insani: … “ma non vede che cosa succede a Taranto? Che dopo 50 anni di industrializzazione selvaggia – all’italiana, senza protezione ambientale, senza controlli, senza multe, senza amore, senza l’idea di lasciare qualcosa di buono alla comunità – la gente MUORE, i TUMORI sono alle stelle, la gente tira fuori PIOMBO nelle urine?” ….
Rimbombano ancora forti in tutta la loro crudezza nelle orecchie di tutti i tarantini, di chi scopre di aver perso la salute, di chi lotta per ritrovarla, di chi è in salute…
I folli deliri rimbalzano di governo in governo, accantonati per un attimo tornano alla ribalta sotto i riflettori dinanzi a spettatori sempre più sbalorditi da cotanta “sapiente” scienza di chi, ai piani alti, sceglie di vivere in una landa desolata piuttosto che in una terra rigogliosa, solleticati ancora una volta da assurdi progetti di petrolizzazione, pur di far cassa a scapito dell’ambiente e della salute e concedendo incentivi a esclusivo beneficio delle lobby dei petrolieri.
L’ennesimo “colpo di mano” del Governo, che inserisce una norma a favore delle trivellazioni petrolifere nella storica Baia del Golfo di Taranto, allentando i vincoli ambientali, tra le pieghe di una disciplina che dovrebbe invece rafforzare gli strumenti a tutela dell’ambiente. Un decreto di attuazione della direttiva sulla tutela penale dell’ambiente che ha portato l’Italia ancora una volta nel mirino dell’Unione Europea. Il rischio continua ad avanzare minaccioso, coinvolgendo secondo le individuazioni legislative, Castellaneta, Ginosa, Leporano, Lizzano, Manduria, Maruggio, Massfra, Palagiano, Pulsano e Torricella, l’intera provincia tarantina, già sin troppo martoriata.
Trivellare, piantare rigassificatori a destra e a manca, raddoppiare le estrazioni di idrocarburi non equivale a risanare il Bel Paese, ma piuttosto condannarlo al regresso e non permette di guardare al futuro, a realizzare quella qualità di vita che ogni uomo merita. Il futuro si chiama high tech, biotech, nanotech, che consentirebbe ad uno Stato, che si professi davvero moderno, di produrre energia da fonti rinnovabili. L’appuntamento con la D’Orsogna è dunque irrinunciabile per sentire, con le nostre orecchie, quelle scomode verità celate dai governanti che si susseguono, e che si presentano in parata nella nostra città spacciando per progresso ciò che in realtà è distruzione dell’ambiente, della salute, della vita e che porta solo povertà. Gianni Rodari recitava: “una volta doveva passare di là anche il Governatore, il Principe Limone. I dignitari di corte erano molto preoccupati. – che cosa dirà Sua Altezza quando sentirà questo odor di poveri? – si potrebbe profumarli – suggerì il Gran Ciambellano” … solo che i poveri hanno iniziato a protestare, pretendere, esigere e quel profumo non profuma di niente, anzi non sa affatto di buono. 

ALESSIA SIMEONE