martedì 27 maggio 2014

MA CHE "COMBINE"? I casi nell'ultimo biennio in LND

I giochi sono fatti. Si tirano le somme di un campionato che ha lasciato, per l’ennesima volta, l’amaro in bocca  con lo sguardo rivolto al futuro e, inevitabilmente, verso quella porticina, semichiusa o semiaperta, come si voglia preferire, sul ripescaggio. Tiene banco il dibattito sull’esito della inchiesta aperta dalla Procura Federale sulla presunta combine della partita Taranto –Matera, disputata il 30.03 scorso e tiene col fiato sospeso anche l’ulteriore inchiesta, incuriosendo non poco sul probabile oggetto delle indagini, sul probabile eventuale collegamento con le indagini relative alla partita del 30.03 scorso, avviata sui fatti verificatisi in occasione della partita Marcianise- Taranto, disputata il 04.05 scorso.
 La regola per la quale ogni gara sportiva deve svolgersi secondo correttezza e il risultato deve essere frutto, esclusivamente, del leale scontro agonistico fra le squadre che si affrontano in campo viene soppiantata dagli invitanti benefici economici e dai vantaggi di classifica, derivanti dalle scommesse “pilotate” e dalle combine, che, si sa, allettano e non poco. 
La posta in gioco è alta per il Taranto, dal momento che, se si accertasse la responsabilità della società lucana, il trattamento sanzionatorio previsto andrebbe a tutto beneficio della squadra rossoblù. Certo diventa difficile accertare tale tipo di illecito sportivo (la combine soprattutto) perché se, per un verso, non è necessario che il risultato sia realmente conseguito, per altro verso, è necessaria la prova provata della responsabilità diretta del “diavolo tentatore”. In più, rileva la concreta incidenza del vantaggio ottenuto sulla classifica, dando il via a calcoli e sottocalcoli per ricostruire la classifica giornata per giornata in relazione a quel risultato combinato. Va da sé che l’assicurazione di un vantaggio in classifica può non essere collegato all’alterazione dello svolgimento o del risultato di una singola gara. Il che implica che la classifica può risultare modulata su fattori che prescindono dal singolo risultato e vedere il prevalere di una squadra piuttosto che di un’altra. E’ pur vero, tuttavia, che, nel momento in cui si è capito cosa non si deve fare per evitare l’illecito sportivo, l’avvezzo ad avvalersi di scorciatoie, pur di realizzare il proprio tornaconto, riesce a trovare comunque un’ escamotage per aggirare l’ostacolo.
Invero, in serie D, sono poche le inchieste avviate per presunte combine, che, almeno negli ultimi due anni, per quanto sono riuscita a documentarmi, hanno visto il frequente coinvolgimento del solo Matera calcio. La società biancoazzurra, il 17.01.13, ha subìto la penalizzazione di due punti per il “caso Dalena”, che avvicinato dal DS Ciccarone, ha cercato di indurre i giocatori della Viribus Unitis a perdere la partita, poi terminata a reti inviolate, disputata il 24.4.12. In altro giudizio, la società è stata prosciolta dalle accuse di combine in due gare: Matera-Campania terminata 2 a 0, disputata il 22.12.12 e Puteolana-Matera terminata 1 a 2, giocata il 24.11.12. Significativi i motivi della sentenza, che condanna tutti tranne il Matera, prestandosi ad altrettante significative considerazioni. I fatti denunciati riguardano tre calciatori (Baratto, Russo e Trematerra) i quali riferiscono di aver ricevuto un’offerta in denaro per provocare un calcio di rigore nei primi venti minuti a favore del club biancoazzurro. Nel corso della gara Puteolana -Matera effettivamente al 13° minuto del primo tempo, il Russo con un intervento scomposto tocca il pallone con la mano nell’area di rigore. Dalle accurate indagini svolte trova conferma la versione dei calciatori e dai filmati della partita emerge chiaramente la volontarietà dell’intervento del difensore.

Tuttavia, da un lato, la circostanza che la combine non avesse inerito il risultato della gara, ma il solo verificarsi dell’evento rigore, porta a concludere che la condotta fosse destinata a soddisfare una probabile scommessa e a determinare facili guadagni nel circuito delle scommesse clandestine (considerato peraltro che all’epoca dei fatti non erano possibili scommesse legali sulle gare dei campionati dilettanti); dall’altro lato, la circostanza che, almeno formalmente, alcun vantaggio è stato realizzato dalla società deferita, avendo per lo più posto in essere le condotte terzi estranei (già perché i citati calciatori non sarebbero stati avvicinati da persone del club biancoazzurro) ha fatto sorgere il ragionevole dubbio sulla partecipazione all’illecito della società deferita, che ha riferito – ovviamente - di non essere a conoscenza di quanto era accaduto, conducendo dritto dritto ad una dovuta pronuncia di proscioglimento.

Le considerazioni, da profana che mi sovvengono, alla luce di quanto ho letto, e che potranno essere sconfessate e/o alle quali se ne potranno aggiungere altre e diverse sono spontanee e personali, con la consapevolezza della complessità dei meccanismi calcistici, dei retroscena che circolano sottovoce ma che non possono trovare risonanza pubblica e delle spallucce che si alzano accompagnate da un bel “piopò”: se mando Picone, se ignoro, allora la estraneità ai fatti è assicurata; se alzo la posta, puntando sulla sconfitta invece che sulla vittoria di una squadra forte, dalla quale ci si aspetta più una vittoria che una sconfitta, la scommessa mi rende, in termini di benefici economici, sicuramente molto di più. Un’ultima perplessità sovviene: come mai negli ultimi due anni si è scommesso tanto sulle vittorie del Matera?   

A CURA ALESSIA SIMEONE