venerdì 11 luglio 2014

Ci siamo svegliati con un nuovo decreto " salva Ilva"

Il governo del "non eletto" Matteo Renzi ha partorito l'ennesimo decreto, che favorisce solo profitto e produzione. 
Di fatto le banche potrebbero elargire un prestito ponte per riuscire a dare un minimo di continuità all'azienda oramai abbandonata al suo destino, ricevendo molte più garanzie rispetto a prima. L'attuale legislazione al realizzarsi del fallimento di un’azienda, prevede che i lavoratori siano i primi beneficiari delle proprie spettanze, con la "prededuzione" eventuali aste fallimentari garantiscono prima di tutto e tutti, il recupero del "prestito ponte". Il governo Renzi in un solo colpo favorisce banche e industria, gettando fumo negli occhi e non solo, a cittadini e lavoratori, come il solito, garantisce solo ed esclusivamente profitto e stabilità del PIL nazionale! 
Nessuna garanzia per gli operai, nessun decreto che garantisca SALUTE E VITA SANA nel 
territorio ionico. I tempi dell’irrealizzabile "ambientalizzazione" a quanto pare si allungano e ciò che nei primi 
decreti legge farsa, era priorità, oggi diventa un optional. A differenza di quanto preannunciato non sarà previsto nessuno sblocco delle somme sequestrate alla famiglia Riva, per cui resteranno i problemi legati al reperimento dei fondi per l’impossibile messa a norma degli impianti. Inoltre il rifiuto di rinnovo dell'incarico del sub commissario Edo Ronchi il quale preferiva la nomina di commissario ambientale per avere più poteri e più risorse a disposizione. A nostro parere sarebbe utile utilizzare il patrimonio sequestrato per garantire le bonifiche . Insomma si continua a tenere attaccato l'ossigeno a un malato terminale, cui presto, saranno amputati gli arti (attraverso i licenziamenti). In tutto questo "teatrino" le organizzazioni sindacali, che dovrebbero difendere i diritti dei lavoratori, sono allo sbando più totale. Non prendono nessuna decisione forte, solo inutili tavoli tecnici cui partecipano da ascoltatori sottomessi, cercando improbabili accordi tra loro, si uniscono e si dividono secondo gli interessi, programmano e revocano scioperi e manifestazioni specificando in assemblea la necessità di garantire l'operatività dei reparti produttivi, scaricando le proprie responsabilità sui movimenti spontanei dei lavoratori, che vogliamo ricordare, non hanno ricevuto alcuna 
delega. Il nostro pensiero e la nostra proposta di soluzione al problema è il fermo immediato degli 
impianti inquinanti (che non saranno mai messi a norma), il reimpiego della totalità dei 
lavoratori ora occupati nelle bonifiche, la seria programmazione sulle alternative lavorative 
(porto in primis). 
Non ci fermeremo, non ci fermerete! 
Sempre a difesa dei diritti rinunciando ai ricatti! 
E' GIÀ TROPPO TARDI, CONTINUIAMO A SVEGLIARCI! SUBITO!