sabato 9 agosto 2014

TARANTO E' UN'OPERA D'ARTE DA VALORIZZARE!


In qualità di cittadini amanti della libertà di parola, del confronto e del contraddittorio, non ci siamo mai sottratti alle critiche. Tuttavia, ci aspetteremmo dai nostri interlocutori un minimo di responsabilità e disponibilità a osservare le più elementari regole di rispetto e civiltà. Abbiamo registrato la spiacevole sorpresa di un corsivo sulla “Gazzetta” dal carattere altamente speculativo e denigratorio scritto dal professor Roberto Nistri il quale, oltre a demolire senza aver mai visto né approfondito il concetto alla base del progetto di riconversione economica e produttiva “Taranto, la Città Spartana”, contemplante city branding, marketing territoriale, implementazione infrastrutturale, rigenerazione urbana, accoglienza, hospitality e grandi eventi, e condiviso da migliaia di altri concittadini e non solo, si è proiettato in conclusioni assai ardite e poco credibili.
Se soltanto l’esimio professore avesse avuto modo di partecipare alle manifestazioni pubbliche nelle quali abbiamo presentato il progetto, avrebbe certamente colto il senso, la mole, lo spirito di condivisione democratica dal basso, quest’ultima, cosa assai rara a queste latitudini, e il carattere puramente esemplificativo delle caratterizzazioni presentate, dunque, assolutamente emendabili conformemente alla funzionalità, alla bellezza e alla volontà popolare.
Invece ha preferito arroccarsi dietro convinzioni preconcette personali dando smodato ed ingiustificato sfogo ad ingiurie nei confronti dei tanti soggetti che da anni sono impegnati, a titolo completamente gratuito e senza secondi fini, nel tentativo estremo di recuperare le sorti della città e della sua provincia.
Il ricorso alle neppure tanto velate allusioni al razzismo e alla xenofobia, anche attraverso l’introduzione di un sintagma teutonico, è osceno e assolutamente intollerabile perché diametralmente opposto ai nostri principi ispiratori e al nostro quotidiano impegno a favore del bene comune. E’ sconfortante anche solo doverlo specificare. Così come l’allusione ai “neuroartisti, figli di nessuna storia”, senza neppur aver mai saputo nulla di noi, dei nostri pregressi accademici e delle figure professionali coinvolte.
Ci aspetteremmo pubbliche scuse anche per aver tentato di sostenere la tesi secondo la quale Taranto sarebbe priva di opere d'arte. La città non ha opere d’arte? Potremmo citare centinaia di esempi per confutare questa avventata affermazione. Non è forse esempio di arte l’intera collezione degli ori di Taranto? Non è forse arte raffinata quella raffigurata sui crateri testimonianti le vittorie dell’atleta di Taranto (testimonial alle olimpiadi di Pechino)? Non è forse esempio d’arte il volto di Europa, impresso sulle monete continentali da 5 Euro, estratto da un cratere tarantino risalente al 360 a.C., attualmente custodito nel museo del Louvre? Potremmo andare avanti all’infinito ma, considerando il nostro patrimonio artistico, rischieremmo di far torto a qualcosa di straordinaria magnificenza. Taranto non solo è gravida di opere d’arte, Taranto è un’opera d’arte! Basta soltanto guardarla con gli occhi innamorati dei suoi figli devoti o dei turisti più illuminati e, al contempo, con quelli razionali di chi conosce le sue criticità e tutti i limiti legati ad una mancata progettualità funzionale alla valorizzazione della sua grande bellezza.
Riteniamo, dunque, che rivolgere simili scomuniche a comuni cittadini, pertanto non personalità pubbliche, impegnati in attività gratuite di volontariato non vincolanti e imbarazzanti per nessuno, abbia offuscato la onorabilità e l'immagine di quanti impegnati nel progetto.
Ci auguriamo che la pubblica offesa non sia stata dettata dalla volontà di demolire un progetto condiviso e partecipato ma probabilmente non conforme alle convenzioni e gerarchie di certe ristrettissime cerchie elitarie d'antan, ineluttabilmente estinte per propri demeriti e proverbiali, oltreché note, pulsioni autoreferenziali. La spropositata reazione al progetto, evidentemente non conosciuto, ha sollevato in noi il sospetto del retaggio politico e ideologico che nulla poteva avere a che fare col dibattito relativo al sostegno alle attività per il turismo e la promozione territoriale, quelle più indicate ad allentare le spire d'acciaio serrate attorno ai giovani da una precedente generazione che ancora deve farsi perdonare per quanto ha fatto o non ha mai fatto per gli altri.

ARTISTI UNITI PER TARANTO